venerdì 30 agosto 2013

Il merito dell'onore

di Mattia Sangiuliano

Quattro nomi e scoppia il caos. Re Giorgio, per carità, ne ha combinate di cotte e di crude, verrebbe da ridere se non facessero sbigottire certe sue prese di posizione ai limiti della costituizionalità.
EPPURE il presidente Napolitano, seguendo i dettami dell'articolo 59 della nostra Costituzione ha scelto quattro personalità che a suo insindacabile giudizio hanno rappresentato e rappresentano tuttora il meglio dell'Italia in campi quali cultura, letteratura, in ambito sociale come in quello intellettuale e soprattutto artistico; oltre il mero e pedantesco valore accademico, abusato per quanto insignificante metro di giudizio, poco più che placebo cartaceo.
Una scelta doverosa (oltre che costituzionalmente inalienabile) scatena l'ennesima guerra tra bande di quartiere. Siamo di fronte all'ennesimo caso di ignoranza neppure troppo latente, veicolata da 'politicismi antipolitici' e da i soliti ipercritici astensionisti che, figli dell'era della disinformazione che corre sulla linea del social istantaneo, corsia preferenziale della faciloneria culturale di massa e di consumo, si aizzano l'un l'altro nella gara alla sparata più veemente contro il palazzo-cattedrale che, come dice Grillo & Co. è solo "una tomba maleodorante", "una scatola vuota".
EPPURE sarebbe bastato mettersi una mano sul cuore o, per lo meno, il mouse su wikipedia, per vedere come i curriculum di Renzo Piano, Claudio Abbado, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia, siano tutt'altro che i soliti lacerti cartacei dei politici di professione, di quegli elementi politici figli di una carriera nell'amministrazione o, peggio, tronisti politici a caccia dell'ennesima poltrona. Una minoranza rumorosa ma travolgente vorrebbe soverchiare: un grande architetto di fama mondiale (Piano), l'ex direttore della Filarmonica di Berlino (Abbado), una scienziata fresca di una esperienza al MIT di Boston (Cattaneo) e un premio Nobel per la fisica (Rubbia). La cattedrale della politica italiana ha scelto quattro persone della società civile, dopo una lunga tradizione di abitudini solidificate che hanno fatto cadere sovente la scelta su economisti o veri e propri politicanti, in quella velleitaria tecnocrazia che è culminata con il governo Monti, portando a compimento quella silente corruttela dell'aggettivo onorevole soffocandone il significato meritocratico (onorevole è colui "che gode alta reputazione -per meriti, dignità, grado, nobiltà, ecc.-" da Treccani).
Perché, in fondo, questa volta Napolitano l'ha fatta giusta, ha azzeccato quattro personalità che rappresentano veramente il meglio dell'Italia.
Da oggi il parlamento italiano potrà vantare delle vere e onorevoli personalità che sono in grado di far sbiadire quella scaltra casta castrata di Berlusconi, Crimi, Scilipoti che sedendo in senato hanno avvelenato le menti del popolo italiano sino a fargli perdere la facoltà e la capacità di riconoscere il merito dell'onore.


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